La serie di fotografie White Lines di Stefano Cioffi nasce da un’attenta e non casuale ricerca espressiva sul paesaggio naturale; un paesaggio silente dove la neve accentua la sensazione di una stasi, volutamente ricreata in cui esaltare elementi di “disturbo lineari”.
È infatti l’orizzontalità il tema dominante: linee parallele che si sovrappongono a comporre e richiamare la struttura di un pentagramma. Forme chiare, semplici ma forti e decise nella comunicazione dell’idea che l’artista vuole rappresentare. Linearità come impalcatura di un discorso in attesa di essere svolto, di un pentagramma vuoto ma suscettibile di essere riempito più che da singoli suoni, dall’idea di una intera sinfonia che ne può scaturire.
Ma il silenzio domina, e il silenzio non è mancanza di suono ma elemento esso stesso, la pausa, che compone misuratamente il suono. Ed è così anche nelle fotografie in cui pietre, oggetti accatastati o singolarmente rappresentati, evocatori di un drammatico passato che ha sconvolto e dilaniato questo territorio durante il primo conflitto mondiale, rompono la linearità, grazie ad un sapiente uso del mezzo fotografico che utilizza la neve come canovaccio estetico di questa intera serie. Una ricerca quindi che parte da immagini interiori, minimaliste, che riescono a trasmettere l’idea delle stesse attraverso un uso evocativo dei soggetti.
L’uso del colore lascia totale vantaggio alla luce. Sia per il soggetto dominante, la neve, bianca, lucente, pura, sia per i soggetti, incisivi, scarni e decisi che permettono di cogliere con un unico sguardo la totale composizione cromatica delle opere. Ed è la luce che consente di penetrare nei paesaggi, di sottolineare i soggetti, di farli continuare ad emergere o nasconderli oltre il piano stesso delle foto. Un’abilità studiata, acquisita che permette all’autore di utilizzare la macchina fotografica ormai come mezzo espressivo privilegiato, potente e preciso.